Sergio Venturi “Il Cta Di Castelfranco vantava una grandissima tradizione”

Intervista a Sergio Venturi, assessore alle Politiche della Salute della Regione Emilia-Romagna

  1. Che cosa significa esattamente Hub e cosa ha in più un Hub rispetto allo Spoke, la qualifica raggiunta in precedenza dal Centro di Terapia Antalgica di Castelfranco Emilia

Nella parola inglese è insita la spiegazione del significato della promozione. Hub è sostantivo utilizzato per gli aeroporti e per i porti, indica il luogo centro di una rete, come il mozzo rispetto ai raggi della bicicletta.

Si tratta di un importante riconoscimento, identifica un punto dove si fanno cose di grande rilievo, in questo caso, nel campo della terapia del dolore, non solo al servizio della provincia di Modena, ma anche oltre i confini modenesi. In Regione era già attivo un Hub a Parma. Il percorso di un medesimo riconoscimento anche per Castelfranco non è stato semplice, ma il CTA di Castelfranco Emilia vantava una grandissima tradizione, medici di qualità e una Casa della salute che ospita funzioni di grande attrattività.

  • La cura del dolore non è un tema molto conosciuto non solo tra i pazienti, ma in alcuni casi anche tra gli stessi medici.

E’ vero. Fino a una decina di anni fa, anche tra gli stessi medici, era ancora diffusa la convinzione che il dolore tutto sommato fosse un aspetto positivo, testimonianza di una reazione dell’organismo alla malattia. Ora, invece, c’è la consapevolezza che il dolore non è un effetto da sopportare, la persona deve essere alleggerita dal dolore. Il tema è assolutamente trasversale alle diverse patologie e ancora tanti passi in avanti devono essere compiuti. L’auspicio è che la ricerca e l’esperienza di Castelfranco possano essere utili per procedere in questa direzione. Si tratta di un ambito che, in passato, è stato oggettivamente trascurato: c’è spazio per sperimentare nuove modalità di azione, nuove tecniche e nuovi farmaci.

  • Ora la Casa della Salute di Castelfranco Emilia è un centro all’avanguardia, ma in passato la sua nascita è stata accompagnata da grandi polemiche.

Quando si intraprende una strada nuova c’è chi riesce subito a individuarne la validità, altri invece rispondono con tempi più lunghi. Oggi la Casa della salute di Castelfranco Emilia è stata riempita di nuove funzioni, i medici sono contenti di operarvi, è stato aperto un ospedale di comunità, ulteriori nuove funzioni sono in arrivo. Voglio ricordare, su questo fronte, l’azione fondamentale svolta dal sindaco Reggianini che, per sua stessa ammissione, si era convinto progressivamente della validità della soluzione, ma poi ha sempre tenuto la barra dritta. Un amministratore di valore: in fondo è più facile dire dei no, seguendo l’onda del consenso popolare, che introdurre novità non ancora sperimentate. Eppure, in tutto il mondo, la medicina ha ormai preso questa direzione, verso una maggiore vicinanza al cittadino e permanenze sempre più brevi in ospedale. Le Case della salute si riempiranno sempre più di nuove funzioni, dalla prevenzione alla cura delle malattie, con farmaci nuovi che possono essere assunti sempre più al proprio domicilio. I piccoli ospedali tradizionali vengono sostituiti da luoghi di cura. Si dovrà lavorare per sviluppare questo tipo di iniziativa. Si dovrà, ad esempio, potenziare il fondo per la non autosufficienza.

  • A suo parere, potrebbe essere utile che proprio da Castelfranco venga proposto un convegno regionale sul tema della terapia del dolore, dei diritti dei pazienti, delle nuove opportunità offerte dal riconoscimento di Hub?

Certo che sarebbe utile, anzi penso dovrebbe essere senz’altro organizzato. Potrebbe essere un’occasione per tanti amministratori di conoscere di cosa è stata capace la città di Castelfranco, delle opportunità offerte dalla nuova Casa della salute, superiori rispetto a quando c’era un piccolo ospedale. Sarebbe opportuno invitare i medici di famiglia, ma anche i rappresentanti degli Enti locali. La nuova frontiera è quella sociale. Le Case della salute potrebbero accogliere anche funzioni sociali, o meglio socio-sanitarie. E’ una proposta da studiare, per capire meglio come potrebbe essere applicata, ma un convegno di questo tenore potrebbe essere un utile strumento di approfondimento e divulgazione.

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